Il vino, grande invenzione dell’uomo! Una bevanda alcolica derivante dalla fermentazione totale o parziale dell’uva o del mosto. Le varietà di ottimi vini a cui andiamo incontro quasi quotidianamente sono molte e individuare quale fa al caso nostro può rivelarsi impegnativo. I profumi del vino sono importanti, vediamo di seguito come fare per etichettarli nel modo giusto.
I tratti distintivi
Una prima differenza si ha con il colore, elemento che salta subito all’occhio. Il colore bianco, rosso o rosato di un vino fa riferimento sia al colore della buccia della vite, sia al metodo utilizzato per la vinificazione.
Una seconda si nota una volta aperta la bottiglia e riguarda l’effervescenza. La presenza di anidride carbonica, porta a suddividere ulteriormente i vini in fermi, frizzanti e spumanti. In questi ultimi due, il gas presente nel composto genera le tanto amate bollicine. Presenti maggiormente negli spumanti e nei vini frizzanti.
La quantità di zucchero residuo presente al termine del processo di vinificazione è poi l’ultima distinzione. Il livello di maturazione dell’uva scelta per la vendemmia, il materiale dei recipienti impiegati nelle cantine (botti in legno o recipienti in acciaio, cemento, vetroresina o terracotta), oppure anche in base all’aggiunta di aromi o alcol.
Il profumo del vino
Il criterio però sul quale vogliamo soffermarci ora è quello relativo alla profumazione del vino. Ogni vino presenta una grande varietà di profumi, i cui sentori sono uno dei criteri più utilizzati dai sommelier per l’analisi delle bottiglie. Essi forniscono inoltre, molte preziose informazioni, soprattutto per quanto riguarda l’abbinamento con i pasti. Un abbinamento azzeccato ci permetterà di stupire i nostri commensali, che gradiranno ancora di più il pranzo o la cena in nostra compagnia.
Improvvisarsi sommelier non è facile. Il primo strumento che ci occorre è un calice, da riempire per 1/3 con il vino che abbiamo scelto. Il secondo indispensabile strumento è il nostro naso. Avviciniamo quindi il calice facendo attenzione a non tenere la mano troppo vicina, ma nemmeno sullo stelo dello stesso per evitare di camuffare gli odori. Le annusate non devono essere superiori alle 3-4 poiché si rischia di assuefare l’olfatto e non essere più in grado di fare distinzioni.
Successivamente, possiamo si fa roteare il calice. Quest’azione ha lo scopo di sprigionare tutti gli odori che andremo ad analizzare.
La tre tipologie
La prima tipologia si riferisce ai profumi dovuti all’uva e percepibili già nell’uva stessa o nel mosto, come ad esempio il peperone verde, la rosa, il fior d’arancio.
La seconda tipologia si riferisce alla fase di pigiatura e sono percepibili nel vino dopo la fermentazione. Si percepisce profumo di mela, pera, o albicocca. Ma anche sentori di fiori di tiglio, acacia, miele o burro.
La terza ed ultima tipologia invece, si rifà ai profumi che vengono acquisiti durante la fase affinamento, generati dall’ossidazione del vino o dagli aromi della botte. Profumi che riportano alla vaniglia, al chiodo di garofano, alla frutta caramellata o all’affumicato e alla liquirizia.
Il mondo dei vini è tanto affascinante quanto complesso! Non ci si può improvvisare degustatori esperti. Una volta apprese però poche nozioni base, scegliere il vino adatto per ogni occasione diventerà una sfida divertente e stimolante alla portata di tutti.